Alla scoperta della grotta
con gli speleologi
In questa sezione proponiamo un percorso speleologico in 15 tappe documentato da altrettante spettacolari fotografie: tredici gentilmente concesse dal Circolo Speleologico Idrologico Friulano e due tratte dalla pubblicazione La Grotta di San Giovanni d’Antro curata dal Gruppo Speleologico Valli del Natisone, da cui ci siamo in parte ispirati per le brevi descrizioni. Il nostro intento è accompagnarvi nelle parti normalmente non accessibili della grotta, partendo dal percorso turistico, fino a toccare alcuni punti ancora oggetto di esplorazione. Un invito a contemplare la bellezza di questo paesaggio sotterraneo e a scoprirne segreti e curiosità.
Buona esplorazione! Foto di Fabrizio Bosco, dalla pubblicazione La Grotta di San Giovanni d’Antro edito dal Gruppo Speleologico Valli del Natisone
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO TURISTICO-NATURALISTICO
Il percorso turistico è valorizzato dalla presenza di laghetti. L’acqua è la protagonista assoluta e anche la grande “variabile” della grotta: scarsa nei periodi di magra. Abbondante e tumultuosa durante le piogge, tanto da sconsigliare le visite. La realizzazione nel secolo scorso di canali di deflusso, di un percorso artificiale e di un sistema d’illuminazione ha tuttavia permesso di rendere la prima parte della grotta accessibile anche ai turisti. In precedenza, gli speleologi dovevano affrontare anche questo tratto iniziale immersi nell’acqua, laghetto dopo laghetto, cascata dopo cascata, nella penombra delle primitive lampade a carburo.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO TURISTICO-NATURALISTICO
Lungo il percorso turistico si può ammirare una colata calcarea viva, “giovane” circa mezzo milione di anni: un’età modesta in termini geologici! La presenza dell’acqua, con la sua azione, rende la Grotta d’Antro una grotta attiva, in lentissima ma continua trasformazione. Nel percorso turistico-naturalistico le concrezioni, tuttavia, sono piuttosto rare, concentrandosi nelle parti alte della grotta, non invase dalle piene d’acqua che ostacolano la formazione di stalattiti e stalagmiti.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO TURISTICO-NATURALISTICO
La Sala delle Vaschette è uno degli ambienti più spettacolari che s’incontrano lungo il percorso turistico. Le vaschette sono formazioni da erosione, dovute alla presenza di sifoni naturali che liberano l’acqua depositata con le piene, favorendo il consumo delle pareti di calcare. Il fondo delle vaschette è stato poi cementificato, impedendo sia la risalita dell’acqua quando il livello della falda si alza, sia lo svuotamento per gravità.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
Una scala metallica dà accesso al percorso speleologico, che nella prima parte è anche speleoturistico: visitabile in occasioni speciali da turisti “avventurosi”, accompagnati da esperti speleologi. Si noti, in alto, la statua della Madonnina collocata a protezione degli esploratori.
Il percorso turistico, che termina presso il “balcone” naturale affacciato sulla scala, è lungo 300 metri (da percorrere anche al ritorno). Da questo punto la grotta prosegue per altri cinque chilometri circa, considerando il suo sviluppo complessivo di 5414 metri: si può dunque concludere che il percorso turistico è circa il 6% della lunghezza delle parti finora esplorate della grotta!
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
Il percorso speleoturistico, della durata di 4/5 ore, porta a conoscere alcuni tra gli ambienti più spettacolari della grotta: la Sala Tellini, la Sala Lazzarini, il Ramo delle Vaschette.
Nella parte iniziale del percorso speleoturistico si percorrono stretti cunicoli e si affronta anche una breve e spettacolare navigazione in canotto, attraversando un laghetto le cui acque sono profonde da uno a due metri. Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
La Sala Tellini è un grande antro che si conquista dopo l’attraversamento del laghetto e il passaggio in angusti cunicoli. La straordinaria ampiezza di questo ambiente non consente di illuminarlo totalmente con le lampade e di avere un’esatta percezione delle sue dimensioni. Il paesaggio è spettacolare e drammatico, caratterizzato da enormi massi dilavati dagli stillicidi e dalle piene.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
Un laghetto nella Sala Tellini, dove l’acqua continua ancora a essere presente.
Dalla Sala Tellini si può proseguire, strisciando lungo uno stretto cunicolo in salita e procedendo a zig-zag tra grandi massi di crollo, per raggiungere un altro ambiente di impressionante vastità: la sovrastante Sala Lazzarini. Va ricordato che lo sviluppo di una grotta non è soltanto orizzontale, ma anche verticale. La Grotta di San Giovanni d’Antro, per esempio, è strutturata “su più piani” e il suo dislivello massimo è quello del camino nel Ramo delle Vaschette: + 101 metri! Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
La visita della Sala Lazzarini è, in genere, una variante opzionale del percorso speleoturistico riservata ai più “coraggiosi”: va infatti affrontato l’angusto cunicolo in salita della “strettoia”, che la rende accessibile dalla Sala Tellini. La Sala Lazzarini si presenta come un ampio antro, anche in questo caso caoticamente disseminato di massi “ciclopici”. A prima vista la Sala Tellini e la Sala Lazzarini potrebbero sembrare grandi quanto la cavità d’ingresso della Grotta-Chiesa. Nella realtà sono enormemente più vaste, ma la scarsa illuminazione e la mancanza di punti di riferimento non consentono di percepire le dimensioni effettive.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
Il percorso speleoturistico culmina con il Ramo delle Vaschette, che si conquista dalla Sala Lazzarini, lungo un emozionante tratto ricco di concrezioni e con passaggi divertenti. È l’unica parte della grotta che può essere definita realmente fossile (non attiva), con grandi dimensioni sia in lunghezza sia in sezione, consentendo una visita agevole e gratificante anche ai non esperti. La presenza in alcuni punti di argilla e sabbia, testimonia il passaggio di un torrente oggi scomparso, ma che diversi milioni di anni fa ha portato questi sedimenti.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
PERCORSO SPELEOTURISTICO
Il Ramo delle Vaschette è anche arricchito da interessanti concrezioni. Stalagmiti che s’innalzano da terra; cannule e stalattiti che pendono dal soffitto e talvolta assumono la forma di velo.
In genere la crescita delle stalattiti può variare da 1 mm ogni 20 anni a uno ogni 3 anni.
Una crescita delicata e lentissima, che può essere compromessa dal semplice contatto con le nostre dita. In questa parte della grotta, tuttavia, le concrezioni non sono più in crescita, per l’assenza di acqua e di quegli stillicidi che danno forma al “fantasmagorico” mondo carsico. Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
APPROFONDIMENTO: LO STILLICIDIO
Un’affascinante immagine di uno stillicidio all’interno della Grotta di San Giovanni d’Antro: è la testimonianza di una grotta viva, plasmata dall’azione dell’acqua. I continui e prolungati depositi di minerali, in particolare bicarbonato di calcio, portati dall’acqua, sono all’origine di stalattiti, stalagmiti, colonne (che nascono dall’incontro tra stalattiti e stalagmiti), o colate calcaree prodotte dai dilavamenti. La natura e la forma di queste concrezioni dipendono dal tipo di stillicidio. Per esempio, lo stillicidio intenso dà luogo alla formazione di stalagmiti massicce e ogivali; le stalagmiti “a candela”, invece, sono in genere il frutto di uno sgocciolio lento, con lunghi intervalli tra una goccia e l’altra.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
ESPLORAZIONE SPELEOLOGICA
Gran parte della Grotta di San Giovanni d’Antro non è accessibile a turisti e a speleoturisti, restando oggetto di esplorazioni (e di riesplorazioni) da parte di speleologi, che affrontano rami, camini e laghetti con adeguate attrezzature professionali. Nonostante un labirinto di oltre cinque chilometri già “venuto alla luce”, resta probabilmente ancora molto da scoprire. In questa foto uno speleologo si sta per calare nel pozzo Gibran, nuovo settore della grotta in fase di esplorazione.
Il lavoro degli speleologi non è finalizzato solo a scoprire, ma anche a misurare e a documentare lo sviluppo della grotta con piante, spaccati e accurate descrizioni. Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
ESPLORAZIONE SPELEOLOGICA
L’acqua costituisce da sempre una delle sfide più impegnative (e imprevedibili) per gli speleologi che affrontano l’esplorazione della Grotta di San Giovanni d’Antro. Qui si può vedere uno speleologo immerso in un ramo allagato della grotta. Va ricordato che prima della realizzazione del percorso turistico, con i suoi tratti sopraelevati e i suoi canali di deflusso, anche questa prima parte della grotta veniva affrontata in condizioni simili, pur disponendo allora di attrezzature meno tecniche di quelle attuali, a partire dalle più “rudimentali” lampade a carburo.
Foto di Adalberto D’Andrea, per gentile concessione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano
LA GROTTA INVISIBILE
ESPLORAZIONE SPELEOLOGICA
La Sala delle Concrezioni è accessibile da un ramo superiore della grotta solo dagli speleologi esperti. Come suggerisce il nome, questo ambiente è suggestivamente caratterizzato da una fitta selva di stallatiti, stalagmiti, cannule, colonne, alcune di grandi dimensioni. La spettacolarità di questa sala è accentuata da uno stillicidio così intenso e diffuso, da creare in più punti fontanelle d’acqua che scendono dalla volta.
Altre parti della parte speleologica della grotta sono di particolare fascino: come l’enigmatico Ramo delle Diramazioni, che con i suoi 894 metri di sviluppo e la sua ricchezza di concrezioni, è un altro tuffo nella bellezza e nel mistero offerto da questa meraviglia naturale delle Valli del Natisone. Foto di Fabrizio Bosco, dalla pubblicazione La Grotta di San Giovanni d’Antro edito dal Gruppo Speleologico Valli del Natisone
LA GROTTA INVISIBILE